venerdì 11 gennaio 2013

CIAO BABY!

I viaggi in treno, quelli lunghi, mi piacciono molto. Sali sempre di corsa, giusto in tempo e poi posizioni le tue cose, ogni tanto tiri fuori un nuovo passatempo (i pod, i pad, libri vari, cibo, bevande) e alla fine ti rilassi e quando sei arrivato quasi non vorresti più scendere per quanto ormai hai familiarizzato con quel posto. Ti appartiene e l'idea di scendere senza lasciare traccia e cedere il posto a qualcun'altro non è proprio piacevole. Come spesso accade nella vita. Sono possessiva e sentimentale. Non posso farne a meno. Se lasciassi agli altri la possibilità di possedere pezzetti di me con la stessa facilità con cui cerco di prenderne io, sarei rovinata. Quanto è più facile prendere che dare, quanto siamo incapaci di amare. Si può essere inadatti all'amore?
I passeggeri del treno poi, sono il più grande spettacolo. Una varietà umana che in questo mezzo di trasporto retrò ma così romantico, si ritrova e convive per un po'. Mi fa venire in mente le riunioni di condominio, un rappresentante di ogni categoria. Io amo la gente. La sua diversità da me, il continuo doverci confrontare e sopportare fa si che ad un certo punto li ami tutti questi passeggeri, come fratelli dispettosi.
Le condizioni metereologiche, anche, sono una variabile importante dei viaggi in treno. Su quelle spesso vertono le chiacchiere iniziali per una socializzazione standard. In base alle stesse varia anche l'umore del viaggiatore a cui, una volta esaurite le distrazioni e scaricate le batterie di tutti i mezzi tecnologici, non rimane che guardare dal finestrino. E si sa, siamo tutti un po' metereopatici.
I paesaggi c'è chi li fotografa tutti e non si sa come perchè il treno lento, ma si muove e chi invece se li lascia scorrere affianco, come nei film.
I sedili del treno sono una terapia d'urto per gli ipocondriaci. I bagni invece non fanno parte del treno, sono un'isola, ma a bagnarli non è il mare.
Mi piace viaggiare in treno perchè per noi indipendenti che non abbiamo mai bisogno di nessuno e prendiamo sempre l'auto propria perchè non si sa mai, almeno sono libera, è un po' come affidarsi, perdere il controllo e rimettersi all'attenzione e premura di qualcun'altro. Dovremmo farlo più spesso, maledetta illusione di controllo. Dobbiamo imparare a delegare, farci coccolare, lasciarci andare. ''Bisogna avere fiducia, sai, nella gente'' diceva la protagonista di ''Manhattan'' a Woody Allen. E forse è proprio così.

Ps: vi chiederete cosa c'entra il titolo di questo post con il suo contenuto.. è il titolo della canzone dei 'The Cult', dedicata alla meravigliosa Edie Sedgwick, che mi ha fatto da sottofondo mentre scrivevo, in treno.

2 commenti:

  1. Bel post davvero!!!! E sono pienamente d'accordo con te. Già non vedo l'ora di leggere il prossimo ;-)

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  2. Grazie!A prestissimo il prossimo.. :)

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